- 10 Gennaio 2023
La guerriglia di domenica sull’A1 non c’entra niente con il calcio: ma forse a qualcuno fanno comodo questi scontri

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Fanno ancora rumore gli scontri di domenica in autostrada, serve tolleranza zero: ma di chi è la colpa?
La guerriglia di domenica sull’A1 non c’entra niente con il calcio: ma a qualcuno fanno comodo questi scontri.
Stanno facendo ancora discutere gli scontri avvenuti domenica nell’area di servizio di Badia al Pino tra napoletani e romanisti che di fatto hanno bloccato l’Autostrada A1, principale arteria nazionale nel week end lungo dell’Epifania.
Napoletani e romanisti si sono incrociati, all’altezza di Arezzo mentre salivano lo Stivale per seguire le proprie squadre in trasferta a Genova e Milano.
Qualcuno dice che si siano dati appuntamento, altre fonti parlano di pura casualità. Addirittura l’intelligence parla di saldatura tra una parte del tifo organizzato ed estrema destra che usano gli stadi e il tifo per portare in piazza violenza contro le istituzioni.
In primis una cosa è certa: non chiamiamoli tifosi. E poi sembra ingiusto che tutto si risolva in un divieto di trasferta per i tifosi azzurri fino al prossimo 17 febbraio, colpendo, quindi, anche la stragrande maggioranza di tifo “pulito”.
Follia Ultras, qualcosa non torna.
In redazione è arrivata una lettera anonima di uno dei tanti protagonisti della guerriglia sull’Autostrada del Sole (LA LETTERA).
Nelle righe pubblicate si evince la voglia di scontrarsi, a mani nude, con un preciso “codice etico”. Viene sottolineato anche come uno scontro tra 300 persone abbia causato solo un ferito (nemmeno grave) oltre, chiaramente, ai disagi di viabilità (ma il bilancio è ancora in pieno aggiornamento, ndr).
Giusto comunque agire per arginare il fenomeno, giusta la tolleranza zero e il denunciare i fatti ma qualcosa non torna.
Che tra napoletani e romanisti non corra buon sangue è ormai risaputo, la morte di Ciro Esposito nel 2014 , purtroppo ne è la conferma. E allora come mai si lascia giocare Napoli e Roma, in trasferta, in orari così ravvicinati, correndo seri rischi di ordine pubblico?
Non era difficile prevedere uno scontro-incontro tra i due gruppi, eppure è successo qualcosa di facilmente evitabile.
Sorge, a questo punto, un dubbio: ma mica a qualcuno conviene assistere a questa guerriglia per poi farsi pubblicità usando il pugno durissimo?
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