- 9 Gennaio 2023
[ESCLUSIVA Napolipatrianostra.it]- Lettera aperta sugli incidenti in autostrada. Riceviamo e pubblichiamo
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Lettera aperta di un tifoso, anzi un Ultras, che vuole rimanere anonimo, per i tafferugli sull’autostrada tra Napoletani e Romani
Lettera aperta di un tifoso, anzi un Ultras, che vuole rimanere anonimo, per i tafferugli sull’autostrada tra Napoletani e Romani.
Dopo gli incidenti avvenuti sull’autostrada A1, nei pressi di Badia al Piano, nell’Aretino, un tifoso ci scrive una lettera aperta
Noi riceviamo e pubblichiamo
Di seguito la lettera aperta:
“Ci piace scontrarci, a mani nude, con i nostri avversari di turno, sempre in pari numero e mai secondo il vile “tutti contro uno“. Se qualcuno nello scontro cade a terra la regola è “fermarsi” e non accanirsi. Non si colpisce mai chi è indifeso. Gli ultras non sono vigliacchi ma semplici combattenti. Per cosa ? Un’ideale, di difesa della nostra maglia e della nostra città. E ovviamente del nostro gruppo di appartenenza. La nostra è anche una contesa ideale. Chi è più forte, sul campo, vince. E i nostri trofei di vittoria non sono certo le coltellate, i feriti e le vite umane, ma al massimo striscioni e drappi dei gruppi e delle fazioni nostre avversarie.
Ci picchiamo apertamente, certo, ma lo facciamo in nome di regole morali non scritte, con codici di comportamento e di lotta tramandati di generazione in generazione, gruppo in gruppo. Non ci capirete mai, perché il vostro perbenismo salottiero vi impedisce di capire. Siete troppo impegnati a fare i moralisti, in tv, sul web e sui social, per sforzarvi di capire chi sono veramente gli ultras e in nome di chi e cosa combattono.
Ancora una volta, anche ieri, siete corsi a riempirvi la bocca dopo le immagini degli scontri sull’autostrada e via coi soliti commenti: “violenti”, “teppisti”, “delinquenti”…come se il vero problema del mondo contemporaneo fossero alcune centinaia di ultras.
Perché non vi chiedete come mai dopo uno scontro di circa 300 persone c’è stato un solo ferito e nemmeno grave? Evidentemente non c’erano armi ma solo mani nude che si fronteggiavano apertamente e senza vigliaccheria di sorta. Ma per voi è troppo difficile da capire, essendo impegnati a dispensare giudizi ed emettere sentenze. Capire significa studiare ed approfondire, concetti troppo impegnativi per chi si preoccupa solo di farsi bello davanti ad una telecamera in tv o in una live social.
Tra napoletani e romanisti non c’è feeling da tempo, lo sapete e lo sanno in tanti. Perché mettere le partite delle nostre squadre in orari così ravvicinati? Tutti sapevano che, nelle stesse ore, noi saremmo andati a Genova e i romanisti a Milano: era così difficile evitare che ci incontrassimo sull’autostrada? Si vietano tante trasferte e poi non si riesce ad organizzare un calendario di partite a rischio ed evitare incroci per strada ? Neanche 10 poliziotti tenevano d’occhio le rispettive carovane di ultras, strano per gruppi così numerosi che si muovono per lunghe trasferte. O no ?
I napoletani domenica scorsa si erano fermati per una breve sosta. I romanisti si sono trovati lì alla stessa ora: era così difficile impedire che si fermassero anche loro ? A chi fanno comodo gli ultras che si scontrano? A qualcuno che adesso userà il pugno duro per reprimere?”
Ps:
Ci teniamo a precisare che pubblichiamo questa lettera solo perché il nostro sito appena nato vuole essere uno spazio aperto al confronto: vogliamo dare a tutti la possibilità di intervenire. Pubblicare una testimonianza diretta di un ultras non significa sottoscrivere o assecondare ciò che scrive. Ma semplicemente fornire uno spazio di conoscenza di un fenomeno sociale che vive nella realtà italiana da ben 50 anni e che ha attraversato già tre generazioni. Lungi quindi fare da cassa di risonanza a messaggi di violenza. Il nostro è puro diritto di cronaca.
E sempre per dovere di cronaca va aggiunto che: il bilancio degli scontri in autostrada é in continuo aggiornamento. Perché se gli ultras fermati sono stati fatti ripartire su mezzi scortati, la Digos di Arezzo sta ancora analizzando i filmati delle telecamere di sicurezza per individuare i coinvolti e tra Genova e Milano, città di approdo delle rispettive frange, sono fioccati gli arresti.
Nella serata di domenica la polizia ha fermato e identificato nel capoluogo ligure un’ottantina di napoletani, ai quali è stato stato impedito l’accesso allo stadio. A Milano sono stati invece 115 i romanisti identificati dalla polizia. Per tutti potrebbe scattare l’arresto in flagranza differita.