Rimonte europee, la cabala in soccorso del Napoli: come nell’89 con la Juve e il “Maradona” come il Riazor nel 2004

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Napoli freme e guarda al passato, nulla è impossibile: tante le rimonte che hanno riscritto la storia delle coppe europee.

I quarti della Coppa UEFA dell’89 e la tragedia sportiva rossonera di La Coruna nei quarti Champions del 2004: rimonte europee che danno morale al Napoli.

Tutto si deciderà in una notte, in 90 minuti, o forse anche più, per capire chi tra Napoli e Milan coronerà il sogno di approdare alle semifinali della più grande manifestazione europea per club.

Il Milan ha dalla sua il vantaggio maturato nella gara di andata, questo è innegabile. Un risultato stretto, vero, che con la cancellazione del gol “doppio” in trasferta diventa probabilmente anche più striminzito ma resta comunque un piccolo vantaggio da gestire come già gli uomini di Pioli hanno fatto negli ottavi contro il Tottenham.

Ma la storia e il calcio insegnano che nulla è impossibile. Di rimonte epiche e leggendarie ne è piena la storia della Champions: la Roma, ad esempio, come ha giustamente ricordato in conferenza Juan Jesus, nel 2018, dopo un pesantissimo 4-1 a Barcellona riuscì ad eliminare quella squadra stellare con un netto e spettacolare 3-0 conquistando proprio la semifinale di quella edizione.

Di questi esempi ce ne sono tanti altri, anche più clamorosi: il PSG, ad esempio, dopo aver umiliato proprio il Barcellona negli ottavi di andata della Champions 2016/2017 subì un eclatante 6-1 al Nou Camp.

A sfogliare l’album dei ricordi proprio il Milan dovrà toccare ferro ricordando proprio i quarti del 2004 quando annientò, con Kakà e Sheva, il Deportivo La Coruna a San Siro per 4-1 franando poi al Riazor nel ritorno per 4-0 e sempre il Milan, negli ottavi del 2012, dopo un rassicurante 2-0 casalingo contro il Barcellona lasciò la coppa in Catalogna perdendo 4-0.

Napoli, fai come nell’89!

Di rimonte epiche ne conserva una importantissima anche il Napoli nella vecchia Coppa UEFA dell’89. Rimonta avvenuta a Fuorigrotta, sempre ai quarti e sempre contro un’italiana, la Juventus: impresa, quella, che spianò la strada a Maradona e Co. verso la vittoria di Stoccarda.

Altro calcio, altre epoche ma l’assonanza con quel match può far ben sperare gli azzurri: all’andata in casa della Vecchia Signora si uscì sconfitti con un secco 2-0, al ritorno, il San Paolo si trasformò in autentico 12esimo uomo portando Partenope a vincere 3-0 all’ultimo secondo del secondo tempo supplementare. Quel gol di Renica fece tremare campo, stadio e l’intero quartiere dei Campi Flegrei.

Proprio per questo che il ritorno degli Ultras deve essere visto come un fattore da non sottovalutare, al pari del rientro di Osimhen al centro dell’attacco azzurro.

Il “Maradona” di oggi come il San Paolo dell’epoca e magari come il “Riazor” di La Coruna, nefasto per il Milan.

Corsi e ricorsi storici che arricchiscono di suspense, ancora di più, la sfida di questa sera e nella città della scaramanzia  la cabala può regalare una speranza in più e mettere un piccolo tassello a quella felicità infinita auspicata da Spalletti.