- 13 Aprile 2023
Orgoglio e sacrificio, la qualificazione si deciderà negli ultimi 90 minuti: con un Osimhen e un “Maradona” in più

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Il Napoli con orgoglio lascia aperta la qualificazione al “Maradona”: azzurri padroni del proprio destino.
Un Napoli volitivo fa tremare San Siro con compattezza e orgoglio di squadra: un arbitro troppo incline al giallo e un Maignan in formato super fermano gli azzurri.
I presagi nefasti della vigilia tra DNA Champions, il “Meazza” tirato a lucido e l’assenza pesante di Osimhen, sono stati spazzati via a neanche un minuto dal fischio di inizio quando Anguissa, con un super spunto sulla destra fa tremare il mondo rossonero con Kvara poco convinto a pochi metri dalla linea di porta.
Gli azzurri fanno capire subito perchè in Italia sono primi con merito e del motivo dei 22 punti di vantaggio proprio sui rossoneri. Nei primi 20 minuti di gara non c’è quasi storia, le 7 Champions sono rimaste in bacheca.
Una squadra che nelle ultime settimane era data per spacciata ha regalato sensazioni positive fin da subito rischiando di ritrovarsi in vantaggio con pieno merito.
Un Napoli, per intenderci, migliore di quello che espugnò la Scala del Calcio lo scorso settembre in campionato.
Ma la fiammata del Milan si è tramutata subito in vantaggio con grave errore di Lobotka e Mario Rui che a 60 metri dalla propria area non spendono con convinzione un giallo (e quello sì che sarebbe stato sacrosanto, ndr) per metter a terra Diaz che come al “Maradona” in campionato, è stato tra i migliori in campo.
Il pareggio sarebbe stato risultato assai più giusto ma anche l’arbitro Kovacs c’ha messo del suo con una gestione poco affine dei cartellini gialli. Pesa il primo ad Anguissa che dopo 4 minuti va sotto la doccia, così come quello a Kim che salterà (come il camerunense, ndr) il ritorno tra 6 giorni a Fuorigrotta.
Ma il Napoli è rimasto sempre in partita mentalmente e fisicamente (alla faccia di chi parlava di calo fisico, ndr) non rischiando mai praticamente il secondo gol ma, anzi, sfiorando persino il pareggio che solo un grande Maignan ha evitato.
Ora tutti uniti per la storia.
Tutto aperto per la qualificazione e non potrebbe essere altrimenti dopo la gara vista a San Siro. La voglia di caffè turco per Spalletti può essere tranquillamente alimentata da questi ragazzi che meritano solo applausi.
Tra meno di una settimana gli azzurri potranno ribaltare il destino con un Osimhen in più (per stessa ammissione di Spalletti, ndr) e un “Maradona” stracolmo sperando che il catino di Fuorigrotta torni davvero a ruggire come ai vecchi tempi mettendo da parte sciocche diatribe tra Ultras e club.
Serve la spinta di una città, Spalletti l’ ha invocata a gran voce minacciando addirittura le dimissioni in caso contrario.
La storia, o meglio la leggenda, non aspetta, non regala doppie chance. L’obiettivo unico è quello di remare dalla stessa parte alla faccia della supponenza di Pioli e dei suoi oltre che di un Ambrosini, stile capo ultrà, alla telecronaca di Prime oltre che di Maldini, arrogante nel parlare della lite con il tecnico azzurro nel ventre del “Maradona” due domeniche fa.
Questa squadra merita rispetto e tutte le fortune. Non lo dice la storia, non lo dice la bacheca luccicante di coppe e trofei ma lo dice il presente, un presente ricco di orgoglio e forza.
Pulcinella aspetta il Diavolo in casa propria e l’occasione è ghiotta per rimandarli all’ Inferno.