- 19 Aprile 2023
Napoli-Milan: rammarico sì, rimpianti nessuno

655 Views, 3 views today
C’è uno scudetto ancora da conquistare per coronare una stagione fantastica che ha il sapore della storia
È una stagione fantastica quella finora condotta dal Napoli e non può essere altrimenti. Per chi avesse idee contrarie, basta soffermarsi sui numeri e sul percorso degli azzurri in campionato e in Champions League. Già, la coppa dei sogni, o delle stelle, a cui i partenopei hanno dovuto dire addio dopo il doppio confronto tutto italiano con il Milan. Quanto visto nelle due sfide del Meazza e del Maradona è ciò che ci si aspettava: match tesi, tirati, in cui gli episodi l’avrebbero fatta da padrona, consegnando le semifinali a chi sarebbe stato in grado di dominare la tensione lasciandosi guidare dall’emozione.
Proprio gli episodi hanno alla fine premiato la sponda rossonera, un po’ per bravura della squadra di Pioli nel concretizzare le sue occasioni e capire meglio le fasi cruciali; un po’ per colpa degli azzurri, come il rigore di Kvaratskhelia (“I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli” firmato Roberto Baggio), la non incisività sotto porta e l’incapacità di contrastare le fiammate degli avversari; un po’, infine, per colpa degli altri. Perché il rigore su Lozano sullo 0-0 è netto: magari non sarebbe stato segnato o le cose avrebbero avuto le stesso corso, ma intanto andava assegnato.
C’è rammarico, perché l’uscita dalla coppa dalle Grandi Orecchie è arrivata contro una squadra alla portata, non più forte ma nemmeno più debole – ecco l’incidenza degli episodi; perché il Napoli si presenta in una condizione fisica apparsa non brillante, con qualche giocatore acciaccato – su tutti Osimhen – e con assenze pesanti. “Chissà quando ci sarà ancora l’occasione di poter ambire a una semifinale di Champions“, ma questa è una considerazione che fa il paio con la frase spesso sentita negli ultimi anni: “se il Napoli non vince lo scudetto ora non lo vince più“.
Eppure, oggi la squadra di Spalletti è lassù, a 8 giornate dalla fine. È il motivo per cui non possono esserci rimpianti, giacché c’è un altro sogno da inseguire, anch’esso inatteso, insperato e dal sapore storico. Del resto se il Napoli in quasi 100 anni di storia ha vinto solo due scudetti – per di più con in squadra il migliore di sempre – ci sarà un motivo. E se il tricolore dovesse arrivare dopo una netta censura con il passato, frutto di scelte relative a giocatori e bilanci poco comprese in estate, con il lancio di giocatori sconosciuti divenuti crak, oltre alla bravura del club parlare di miracolo non sarebbe blasfemo.
Nelle ultime uscite dopo la sosta delle nazionali, è possibile che il doppio confronto con il Milan abbia pesato sulla testa, sulle motivazioni e dunque sulle prestazioni degli azzurri, che tuttavia continuano a conservare un certo margine sulle inseguitrici. Senza coppa e con l’unico obiettivo rimasto, sarebbe ora il caso di sbrigare la pratica scudetto il prima possibile.
I partenopei sono chiamati all’ennesima sfida di una stagione che nonostante record e prestazioni li ha visti sempre sotto esame: dimostrare che l’uscita dalla Champions non inciderà nelle loro teste, anche perché la forza della squadra è stata comunque messa in mostra nei quarti. Vanno raschiate dal barile le ultime energie fisiche e mentali per concretizzare quanto si aspetta da 33 anni, per dare il là ad una festa già (erroneamente) scoppiata in città e dintorni e per tornare straripanti come un mese fa. Manca poco, o tanto: dipende dal Napoli e dalla sua voglia di diventare immortale.