• 27 Aprile 2023

Il Napoli è Campione in Italia ma non Campione d’Italia

Il Napoli è Campione in Italia ma non Campione d’Italia

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Il Napoli è ad un passo dallo Scudetto e alla proclamazione di Campione ma non rappresenterà mai l’Italia.

Napoli, quale differenza tra essere Campione d’Italia e Campione in Italia?

Il Napoli dopo la presa di Torino al minuto 93 di domenica scorsa (con la conseguente sconfitta a domicilio della Lazio, ndr) ha lanciato l’inesorabile loading Scudetto.

Uno trionfo durato (almeno) quattro mesi, dalla prima (e finora unica) sconfitta in trasferta contro l’Inter al roboante 5-1 di pochi giorni dopo contro la Juventus (eh sì, sempre loro, croce e delizia di Partenope) a Fuorigrotta. Con la rete di Raspadori si è chiuso un cerchio se si pensa al 2018, stesso giorno e stesso mese, con lo scippo di Orsato in Inter-Juve.

Domenica può essere decisiva (a prescindere che il Napoli giochi di sabato, come da calendario, o subito dopo Inter-Lazio): 3 punti contro quelli che si ritengono fortunati ad essere nati 50km più a sud e una non vittoria dell’ex Comandante azzurro a San Siro contro i gemellati nerazzurri metterebbero anche i crismi della matematica su un trionfo partenopeo con sei gare dal gong (record assoluto per la A, ndr). Un trionfo mai realmente messo in discussione da nessuno, nonostante media e opinione pubblica aspettassero Spalletti e i suoi ragazzi al Var…co.

Ma non dite che il Napoli sarà Campione d’Italia dopo mesi di paradossi e attacchi senza senso per sminuire un successo sui generis. Dove anche un processo alla Juve (uno dei tanti negli anni, certamente non l’ultimo, ndr) ha unificato le tifoserie di tutta Italia (o quasi) al grido di “campionato falsato” o sottolineare ogni domenica, ad ogni accumulo di imbarazzante vantaggio azzurro in vetta, che il campionato italiano fosse il più mediocre degli ultimi 20, 30 o 40 anni.

No il Napoli non è Campione d’Italia ma sarà, magari domenica ( ? ) Campione in Italia: ed è tutto un altro godimento.

La tua invidia è la mia forza.

Il Napoli deriso e dimenticato (o quasi) nelle fantascientifiche griglie estive, ha messo a tacere tutti con programmazione, lungimiranza e soprattutto calcio allo stato puro. E quelli che festeggiano senza aver vinto (ancora) nulla (milanisti docet, ndr) hanno potuto solo lanciare palla avanti con una preghiera al dio del VAR (Boban ricorda qualcosa?).

L’invidia degli impuniti (vedi Allegri al triplice fischio di Fabbri domenica, ndr) e dei media nazionali che seguono le loro cervellotiche (e senza senso) linee editoriali che cercano di sminuire lo strapotere del Napoli fa quasi tenerezza ringalluzzendo, paradossalmente, ancor di più l’ego napoletano.

Un campionato mediocre solo per gli ipocriti (e invidiosi) che però esaltano le cinque semifinaliste europee come mai nella storia è uno smacco che farebbe impallidire anche la miopia di Orsato (sic!).

Le italiane in smoking europeo dovrebbero ringraziare il Napoli che, dall’alto del suo strapotere, ha segnato loro (indirettamente) la strada: lasciate ogni speranza voi sul campionato.

Questo tricolore che da qui a brevissimo sarà cucito sul petto dell’azzurro borbone-angioino, è solo un simbolo “pagano” in un’Italia che ha dimostrato ancora una volta di non essere una ma centomila parafrasando, in parte, Pirandello da Agrigento.

Giù le maschere, smontiamo baracche e burattini ed esaltiamo questa squadra che a breve sarà Campione in Italia e mai d’Italia!

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